Review
Ben cinque date in Italia per la band di Robin Proper-Sheppard, quei
Sophia che sarebbe un peccato mortale confondere con i numerosi omonimi,
quei Sophia ai quali è tanto consueto quanto ingiustificato affiancare
la spiegazione "ex-God Machine". La data di Rimini, seconda dopo il
concerto di Bologna, conferma una scaletta identica alla precedente,
se non fosse per i vari encore, nonché una prestazione davvero impeccabile
di Robin e soci (quattro: basso, chitarra, tastiere, batteria). L'eroe
della serata si presenta sul palco (passando tra la folla) con un
piccolo ritardo accademico, terminando di mettere a punto la propria
chitarra prima di annunciare che il concerto comincerà con due pezzi
vecchi. Scelta coraggiosa, molto coraggiosa, in quanto non devono
essere stati molti tra il pubblico a conoscere i pezzi, nonostante
ciò la band si dimostra convinta della propria musica e fin dal primo
momento regala una prova sognante e prima della seppur minima sbavatura.
Fermi sulle loro posizioni, occhi socchiusi, luci basse: questa è
la prova sul palco dei Sophia, che gioca tutte le proprie carte sull'emozionalità
delle atmosfere ricostruite da pezzi tratti da tutto il repertorio
in maniera piuttosto equilibrata. Nota piuttosto singolare è il volume
davvero elevato, che se nei frangenti più dilatati permette alla musica
di rimanere sopra al brusio del pubblico, durante una manciata di
sfuriate elettriche rischia di sbiadire i capelli di tutte le prime
file. Ad ogni modo, nel corso di uno show così rilassato, la 'true
fucking loud' Desert Song No.2 rivolta come un calzino il pubblico,
cosa che purtroppo non riesce a fare anche l'ormai noto singolo Oh
My Love, tratto dall'ultimo album People Are Like Seasons. Forse ci
si aspettava troppo, forse gli inesistenti giochi di luci presenti
all'interno del locale hanno remato fortemente contro, fatto sta che
dalla prima parte del concerto escono vincitori pezzi come If Only,
Within Without, ma soprattutto The Sea, la spettacolare traccia di
apertura presente soltanto nell'album live, tributato anche dal successivo
pezzo, in apertura di primo encore. L'acclamato, ma nemmeno troppo
sospirato, ritorno sul palco dei Sophia non si fa pregare troppo prima
di sferrare qualche colpo a suon di rock elettrico, con l'aiuto anche
di una seconda, o addirittura terza chitarra, con Robin che abbandona
la sua amata per rendere ancora più compatta If A Change Is Gonna
Come. Il pubblico gradisce, stordito dalla lunghissima coda strumental-rumoristica
di The River Song (sopra le righe) e quindi invitato a scuotersi con
il groove del pezzo più movimentato dell'ultimo album in studio. Terminata
la rumorosità strumentale, è il momento di un nuovo encore, che questa
volta vede il solo Robin Proper-Sheppard tornare sul palco e proporre
al pubblico una scelta, che infine si rivela guidata verso Is It Any
Wander, ai danni dell'attesissima Another Trauma. Probabilmente, assieme
all'assenza di brani come Swept Back e Bastards, questa si rivela
una piccola mancanza per un pubblico che può quindi essere invidioso
per il più fortunato collega bolognese. Chiuso lo show fra gli applausi,
Robin si offre al pubblico ed al suo portafogli autografando decine
di cd dietro al bancone del ridottissimo shop, fornito dei soli quattro
cd finora incisi dalla sua nuova band. Imprescindibili dal primo all'ultimo,
sia chiaro.
Alessandro Ballini, www.hmp.it
Set list
So Slow
Are You Happy Now
If Only
Fool
Desert Song No.2
Every Day
Oh My Love
Within Without
Woman
The Sea
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Ship In The Sand
I Left You
The River Song
If A Change Is Gonna Come
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Is It Any Wonder (solo)
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