Review
Premettiamo subito che non sono i Sophia del progetto parallelo degli
Arcana di Peter Pettersson. Risolto questo banale dilemma, arrivo
nei pressi dello Stadio Euganeo, luogo ove si svolge questo festival
musicale-cinematografico-politico della durata di un mese, non troppo
tardi ma abbastanza dopo il concerto degli Arab Strap a causa di un
contrattempo.
Perciò, dopo aver perso gli scozzesi, che a quanto pare hanno
riscosso grande successo grazie allaccompagnamento di qualche
arco e da una prestazione sopra le righe (dai, continua a farti del
male!!!), mi preparo per la prestazione di Robin. Dopo non molto la
band esce e si mostra con un abbigliamento molto sobrio e sciolto.
Un tastierista/pianista, batteria, basso e due chitarre, insomma una
classica formazione rock. Sì, perché i Sophia propongono
una musica molto coinvolgente, avvolgente, triste, malinconica, dai
toni chiaro-scuri di una notte di luna piena che in poche parole è
un post-rock. Chitarre acustiche ed elettriche appena arpeggiate e/o
quando serve potenti e piene, batteria leggera e carezzevole ed un
pianoforte dalla melodia sfuggevole ed eterea, che a tratti mi ricordano
gli Anathema più acustici ma in realtà la direzione
è molto più british/rock dautore con qualche sfumatura
folk americana.
Una voce che già alle prime tonalità si dimostra dinamica,
ben modulata, soffusa e bisbigliata, dove anche i sospiri hanno un
senso e un valore musicale, dimostrando la grande caratura di questo
artista timido e riservato, che sul palco esprime a cuore aperto i
suoi più intimi sentimenti.
Il pubblico (non folto per la verità e quasi del tutto femminile,
a dimostrare ancora una volta quanto questo genere piaccia alle donne)
apprezza e ringrazia, faticando però, almeno inizialmente,
ad entrare in connubio con la band, forse perché pezzi come
"Fool", "Swept back" e "Swore to myself"
risultano in un live un po lenti sebbene intensi. Ma finalmente
arrivano le prime avvisaglie di chitarre con "Oh my love",
"The river" (richiesta a gran voce dal pubblico), "Desert
song" e la canzonatoria "Holidays on nice", e mancoa
dirlo il pubblico si scalda.
Robin per poi terminare con un bis acustico di "Are you happy
now" solitario. Concerto intenso ma purtroppo troppo breve, non
per colpa loro ma come ormai capita ovunque a causa di imposizioni
comunale che impediscono la musica dal vivo dopo mezzanotte.
Veramente bello e soprattutto economico, 10 euro se si vedevano anche
gli Arab Strap, 5 se solo i Sophia. A notte inoltrata poi si sono
potuti ammirare i componenti di entrambe le band vagare per il festival
in non perfetta sobrietà, soprattutto gli Arab Strap, ma che
strano!!!!
Noctiluca, www.rosaselvaggia.com
|