Review 1
Vivo il concerto dei Sophia come una realtà parallela che si
costruisce minuto su minuto...ad ogni sonorità associo un minuto
nel mio parallelo....lo immagino come un viaggio al confine....su
una macchina con il riscaldamento acceso....come a catturare il freddo
dell'ignoto che riposa di fuori....rendendolo accogliente...accettabile....una
strada che direziona la mia vista all'orizzonte...."Oh My Love".....'such
a long time'....una fresca curva per la mia mente....ai lati della
strada posso mettere il positivo sulla sponda sbagliata e rendermene
conto troppo tardi.....le 4 note del piano in "Swept Back"....è
una materia plastica....indistruttibile...come gli interni inodore
di questo abitacolo...."If a Change Is Gonna Come"...sono
i fari abbaglianti sparati nei miei occhi...potenti e filtrati come
la voce di Robin Proper-Sheppard...sorrisi indossati dal momento....è
un viaggio sul confine sbalzando di tempo in tempo...cambio sull'asse
fragile della malinconia acusticamente mai desiderata...."Within
Without"....le immagini dei miei amori avvolte nel cuore della
notte....cammino a piedi scalzi sui vetri ancora una volta.....i vetri
sono l'ennesimo amore distrutto...l'ennesimo amico perso.....ma continuo
a tracciare il mio confine.....sulle note della cavalcata finale molto
ledzeppeliniana di "River Song".....
Ricordo i momenti: l'inizio del concerto è un nuovo pezzo che
i Sophia propongono per la prima volta dal vivo - Il malinconico quartetto
d'archi che acompagna Robin & C. - "Fool" un pò
Spain...ballata 'ottimistica'...Robin a tratti mi ricorda la voce
di B.Corgan...uno dei pezzi migliori - "Every day"....la
più cantata dal pubblico - "I kiss my baby she's just
one month old, I kiss her mother nothing I can say can console...."
fakingpopcombo.splinder.com
Review 2
Quando alle 22 in punto Talhia Zedek sale sul palco di Hiroshima Mon
Amour per cominciare il suo concerto, la sala è piena soltanto
a metà. La ex Live Skull e Come si presenta accompagnata dalla
viola di David Michael Curry e dalla batteria di Daniel Coughlin,
gli stessi che hanno suonato con lei nel suo ultimo Trust Not Those
in Whom Without Some Touch Of Madness, di cui i tre ripropongono praticamente
tutti i pezzi. Malgrado la strumentazione più che essenziale,
limpatto è notevole, e le emozioni che Thalia riesce
a trasmettere sono di quelle preziose. Ship fatta subito allinizio,
ad esempio, davvero lascia il segno e per tutto il concerto diventa
quasi impossibile distrarsi. David Michael Curry e Daniel Coughlin
si rivelano a dir poco eccezionali, in particolare il secondo con
il suo pestare sulla batteria ora teso ora appena accennato, riesce
a caricare di tensione ogni pezzo, mentre la viola si innalza verso
lalto e diventa tappeto che esalta la voce di Thalia. Questultima,
infine, riesce a catturare lattenzione di tutti con la sua semplicità
disarmante, e addirittura pare imbarazzata dai tanti applausi che
riceve tra un pezzo e laltro. Alla fine ci regala unora
di concerto intensissima. E qualche crepa in più nel cuore.
Dopo essere stato letteralmente rapito dalla Zedek, riesco a riservare
poca attenzione ancora per i Sophia. La sala ormai è colma,
segno che, nonostante la loro apparizione torinese in giugno, hanno
un vero e proprio seguito di fedelissimi. Sul palco si presentano
in modo veramente impeccabile, tutti in camicia scura, e con tanto
di sezione darchi. Robin Proper-Sheppard ha una bella voce calda,
le canzoni ci sono anche, ma proprio non riescono a coinvolgermi.
Rispetto molto luomo e il suo passato, ero un fan dei God Machine,
ma i Sophia stentano ad entusiasmarmi, trovo un po piatte le
loro canzoni, e lunico momento in cui si ridesta lattenzione
è quando a metà concerto i volumi delle chitarre si
alzano e il suono diventa distorto e il gruppo riesce a creare un
crescendo carico e intenso. Dopo questunica scintilla, per quanto
mi riguarda, il concerto finisce e gli ultimi pezzi mi vedono distratto
nelle ultime file. Ma non cè da farne una colpa ai Sophia,
dopo Thalia Zedek è difficile far spazio a qualcun altro nel
proprio cuore.
Danilo Corgnati, www.liverock.it
|